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La chiesa e la scuola a Braone tra il 1700 e il 1900

Storia

Mentre in tutta Italia vi erano percentuali altissime di analfabetismo(nel 1850 c'era il 65% di analfabeti nell'Italia settentrionale, il 70% nella centrale e il 90% nella meridionale) a Braone probabilmente la maggior parte della popolazione aveva l'istruzione di base poiché dai documenti parrocchiali già nel 1707 troviamo nella Disposizione Testamentaria della Signora Elena Recaldini Bucelleni di Brescia che, riguardo ai compiti del Cappellano che usufruiva delle entrate dei beni della Cappellania, vi era l'obbligo......”a tener scuola pagandolo”.(il Cappelano era un prete coadiutore del parroco)

Un'altra persona , sensibile al problema dell'alfabetizzazione, fu il Sig. Cocchi Bartolomeo che nel 1726 lasciò alla Cappellania di Braone “50 tavole in contrada Bus per l'istruzione di sei fanciulli tra i più poveri...”.

Nel 1778 il parroco, sicuramente interessato ad avere un coadiutore, si dimostrò sensibile anche al problema dell'educazione se chiese al vescovo......” di far venire un religioso perché ,fra le altre cose, avesse l'obbligo di far scuola pagandolo con l'obbligazione e la contribuzione di questi abitanti di lire 4 all'anno.....” e chi non poteva pagare forniva al Cappellano un quantitativo di legna corrispondente.

Nel 1811 è stato eletto (maestro),dal Sindaco Lorenzo Ronchi, Don Maurizio Soletti con stipendio di lire 200.

Nel 1812 ...”il curato Perotti fece scuola pubblica a 16 ragazzi perché fossero istruiti a leggere e a scrivere”.

Nel 1814 in una risposta al Vescovo il Parroco scriveva tra l'altro”...ed è urgente bisogno di un coadiutore per la cultura di queste anime e per la scuola della gioventù”.(Sembra che questa richiesta fosse esaudita con la nomina a cappellano di Giacomo Bertoletti 1814-19)

Troviamo anche ,sempre secondo i documenti parrocchiali, che Don Giuseppe Griffi insegnò fino al 1828 con una media di 20 giovanotti dai 6 ai 12 anni.

Nel 1826 vi fu pure una maestrina, la signora Laura Griffi di 23 anni che “....con applauso e gradimento di tutti,con vantaggio grande delle giovinotte, fece scuola, per molti anni con tutta benignità, dolcezza e carità, col miserrimo salario ogni anno di sole lire 90.”

Nel 1832 ci fu come maestro Francesco Maria Baruselli e più tardi il chierico Alberto Gronchi .

Nel 1873 si nota la presenza, come maestro della scuola comunale maschile,Don Giovanmaria Polonioli di Cimbergo fino al 1881.

Verso la fine dell' '800 e nei primi anni del '900 fu maestro don Domenico Rebuffoni.

 Come si legge da questa ampia documentazione, la parrocchia di Braone con i suoi ministri ebbe un ruolo determinante nell'educazione e nell'istruzione dei ragazzi e riuscì se non a debellare almeno a combattere, con una certa continuità e probabilmente con discreti risultati, l'analfabetismo almeno per i due secoli che hanno preceduto la scuola di Stato, a corto di risorse economiche e umane fino al XX° secolo.

Se è vero che la Chiesa ,ricca di personale istruito e di strutture, monopolizzò la cultura e, come insinua qualcuno, possa aver approfittato dell'ignoranza delle masse per far proselitismo ,è pur vero che i ministri del culto sono sempre stati attenti ai bisogni dei poveri non solo a quelli spirituali ma anche a quelli materiali.(Congregazioni di carità, del pane e del sale, di assistenza agli ammalati, di servizio ai funerali ecc.)

Per quanto riguarda la scuola generalmentele lezioni si svolgevano nella casa del Cappelano, in una piccola stanza semibuia e riscaldata da una stufa a legna, ed erano impartite probabilmente anche a suon di(santi) scapaccioni e di bacchettate. L'anno scolastico era di circa 100 giorni e occupava i mesi di dicembre, gennaio,febbraio e marzo, ossia il periodo improduttivo della campagna, poiché anche i minori dovevano partecipare al lavoro familiare.

 Gli alunni avranno tenuto un comportamento né più né meno di quello che tengono oggi: alcuni saranno stati attenti, altri distratti, alcuni studiosi altri un po' meno, alcuni calmi altri turbolenti, se aveva qualcosa da lamentare il Rev Don Domenico Rebuffoni quando scriveva di “scolari ostinati, caparbi e mancanti di rispetto”.

I genitori saranno stati meno apprensivi e protettivi di quelli odierni, alcuni avranno demandato volentieri l'educazione dei numerosi figli al prete magari sperando nella carriera ecclesiastica almeno per uno di loro, altri si saranno lamentati dei troppi giorni di scuola che portavano via giovani braccia dal lavoro agro-silvo-pastorale o artigianale, poiché è ancora Don Rebuffoni che scrive che spesso ”criticavano ed erano malcontenti”.

I maestri erano certamente all'altezza del compito e, oltre all'istruzione di base, avranno sicuramente cercato di impartire una severa educazione civile e soprattutto cristiana.

Queste testimonianze secondo me sono molto interessanti perché ci informano di come ,in tempi e in luoghi di povertà economica, qualcuno riteneva importante la scuola e questo messaggio dei nostri antenati ci aiuta a capire che l'ISTRUZIONE è ancora oggi la migliore EREDITA' che possiamo lasciare ai nostri figli.

 Braone 1 Maggio 2012 Rino Prandini

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Ultimo aggiornamento
13 settembre 2022